La situazione di caos interna al Partito Democratico ha portato anche Vittorio Feltri a fare delle importanti considerazioni.
Le vicende relative alle decisioni dell’Europa, specie sul tema riarmo in chiave Ucraina, hanno portato a profonde spaccature all’interno del Partito Democratico. La leader Elly Schlein si trova sotto la lente di ingrandimento non solo degli stessi colleghi dem ma anche dei suoi elettori. Di questo e tanto altro ha parlato Vittorio Feltri nel suo ultimo editoriale per Il Giornale.

Feltri, il commento sul Pd allo sbando
Con il consueto modus operandi del suo editoriale per Il Giornale, rispondendo ad un lettore, Vittorio Feltri ha detto la sua sulle tensioni interne del Partito Democratico con l’accento posto sulle ragioni che hanno portato ad avere un partito come quello dem nel caos e con idee diverse tra gli stessi deputati, specie per quanto riguarda il tema del riarmo dell’Europa.
“Il Partito democratico è per antonomasia il partito delle contraddizioni“, ha esordito il giornalista rispondendo al suo lettore. “Esso fa i conti anche con la debolezza della sua leadership, rappresentata da Elly Schlein, un personaggio senza carisma, anonimo, inconsistente, privo di dialettica, di empatia, incapace di attrarre l’elettorato e gli interlocutori”.
“Tuttavia sarebbe ingiusto attribuire alla segretaria i flop di un partito che appare sempre più confuso e diviso, fratturato tra l’ideologia e il desiderio di accontentare un elettorato sempre più volatile. Insomma, non basterebbe sostituire Elly perché la situazione migliori. Quello che serve è una presa di coscienza da parte della sinistra tutta, la quale parla di campo largo ma non mostra unità di intenti nemmeno all’interno delle singole compagini”, ha detto Feltri.
Il punto debole del Pd
In questa ottica, Feltri ha proseguito: “[…] Il voto sul riarmo in Europa, che ha visto il Pd spaccato, è sintomatico di un atteggiamento confuso e timoroso da parte del partito, che, da un lato, si dice pacifista e vuole la fine della guerra; dall’altro, per stare dietro alle schizofrenie europeiste, in nome della propria ideologia, non osa contraddire la presidente della Commissione europea, la quale ha presentato un progetto che prevede che gli Stati membri sborsino la bellezza di 800 miliardi di euro per una anacronistica corsa agli armamenti […]”.
Secondo il giornalista questa situazione interna al partito ha portato maggiore confusione nei suoi elettori. “[…] Il punto debole del Pd non è rappresentato da Schlein e neppure dalla assenza di compattezza che abbiamo visto nei giorni passati in Europa. Il Pd non ha consapevolezza dell’orientamento e del sentire reale dei suoi elettori poiché è lontano da questi ultimi anni luce […]”. Per il giornalista “manca un’identità. Da qui l’inconsistenza politica”.
Per questo anche la sua durissima conclusione: “Il partito democratico è composto di monadi allo sbando, che trovano comunione e consistenza soltanto quando c’è da pretendere le dimissioni di un membro qualsiasi della maggioranza”.